I luoghi più romantici di Torino

I luoghi più romantici di Torino

Manca un mese a San Valentino ed è lecito iniziare a pensare ad una destinazione per un viaggio romantico o una gita diversa dal solito: la città di Torino, con le sue magie, i suoi misteri e i suoi panorami mozzafiato, può essere una validissima alternativa! Ecco, infatti, una breve lista dei suoi luoghi più romantici! – La Fontana dei 12 mesi: situata a sud del Borgo Medievale, all’interno del Parco del Valentino, è l’unica testimonianza rimasta del progetto per l’Esposizione Nazionale del 1898, voluta per celebrare i primi 50 anni dello Statuto Albertino. Un ovale che segue la pendenza del terreno, caratterizzato da una piccola cascata, da 4 gruppi di statue a rappresentare i 4 fiumi che toccano la città (Stura, Po, Dora e Sangone) e da una terrazza con 12 statue, una per ciascun mese dell’anno. Bellissima e suggestiva, è una tappa obbligatoria per chi vuole scoprire il lato romantico della città di Torino. Una curiosità: a quanto pare, la collocazione di questa fontana non sarebbe casuale. Secondo la leggenda, essa sorgerebbe là dove Fetonte, figlio del Dio Sole, si sarebbe schiantato dopo aver preso il carro del padre e perso il controllo dei cavalli! – Piazza San Carlo: visitato di sera, il “salotto” della città dà il meglio di sé, grazie ai caratteristici portici e all’illuminazione soffusa! Circondata da caffè storici (come il San Carlo, visitato anche da Cavour, o il Caffè Torino, con il suo toro porta fortuna) e da pasticcerie senza paragoni, questa piazza rettangolare è caratterizzata da una statua equestre raffigurante Emanuele Filiberto, vittorioso a San Quintino. Curiosità: proprio su questa piazza affacciava l’abitazione...
Piazza Statuto: fra storia e magia

Piazza Statuto: fra storia e magia

Quella di Piazza Statuto è una storia molto lunga e molto controversa, sempre attraversata dal mistero e caratterizzata da credenze forti, radicate ormai nella cultura cittadina. Fra le piazze più importanti della città di Torino, nasce all’incrocio di due vie di epoca romana: la via per le Gallie, poi chiamata Corso Francia, ed il decumanus maximus, la via più antica della città, cioè Via Garibaldi. Durante il Medioevo, la futura Piazza Statuto diventa una delle quattro porte di ingresso alla città, la Porta Segusina: da qui partono le strade per la Val di Susa, per Rivoli e per Collegno. È, quindi, evidente come il ruolo centrale di quest’area sia rimasto stabile nel corso degli anni! Dopo il suo abbattimento (1585), Porta Segusina diventa Porta Susa e, dopo lo Statuto Albertino, Porta Susa (nome rimasto alla vicina stazione ferroviaria) diventa finalmente Piazza Statuto: allungata, rettangolare, circondata da portici, cambia ancora forma nel corso della seconda metà dell’800, grazie alla costruzione dei palazzi per funzionari che ancora oggi caratterizzano questa zona. Gli edifici, costruiti nel momento in cui Torino era capitale del neonato Stato Italiano, vennero poi lasciati al Comune nel 1865, dopo la scelta di spostare a Firenze l’incarico di centro del paese. La storia della piazza, però, comprende anche elementi complessi e oscuri, che alimentano il folclore esoterico che praticamente da sempre circonda quest’area della città. Già in epoca romana, infatti, questa zona, occidentale, posta dove tramonta il sole, non godeva di una fama troppo positiva: poco lontano, in corrispondenza di quello che oggi è chiamato Corso Regina, venivano crocifissi i condannati e tumulati i defunti. La “vallis occisorum”...
Torino Sotterranea: una città sotto la città

Torino Sotterranea: una città sotto la città

Come Parigi e le sue Catacombe, Edimburgo e le Edinburgh Vaults, Portland e gli Shangai Tunnels, anche Torino nasconde sotto le proprie strade una storia tutta da scoprire: quella della Torino Sotterranea. Il progetto di realizzazione di una fitta rete difensiva costituita da gallerie scavate sotto terra risalirebbe all’inizio del XVIII secolo, in corrispondenza dell’assedio francese del 1706: voluti fortemente da Emanuele Filiberto di Savoia, messi in cantiere già nell’ultimo ventennio del ‘600 e realizzati anche grazie all’impegno di Bertola, questi passaggi servirono principalmente per permettere ai soldati della città di rallentare l’avanzata del nemico, nascondendosi al buio e al riparo dalle armi francesi ed utilizzando gli spazi come magazzini per la polvere da sparo e gli esplosivi. Pietro Micca, eroe conosciuto in tutto il nostro paese, morì proprio così, tentando di fermare i francesi con una tremenda deflagrazione. I cunicoli si estendevano per ben 14 Km, su diversi livelli, in profondità che variavano – e variano – dai 6 ai 14 metri: gallerie scure, umide, intervallate da poche lanterne e qualche pozzo di aerazione, dove è facile immaginare i giovani soldati uniti, in attesa del nemico. Negli anni successivi, questi passaggi vennero utilizzati in tantissimi modi: gli “infernotti”, cioè le camere presenti nei cunicoli, venivano stipati con alimenti da conservare, presso Porta Palazzo erano state create enormi ghiacciaie, ma non mancavano anche usi alternativi. Infatti, oltre agli esperimenti degli alchimisti sotto Palazzo Madama, le vie sotterranee consentivano anche il passaggio dei nobili da edificio a edificio e rappresentavano un’importantissima via di fuga in caso di improvvisa epidemia: la Galleria Reale, che permetteva di raggiungere Rivoli in carrozza, è...
Torino Magica: forze bianche e forze nere

Torino Magica: forze bianche e forze nere

Torino, capoluogo del Piemonte, è nota in tutta Italia, ma anche all’estero, per il coinvolgimento diretto ed i contributi storici, artistici, industriali. La prima capitale del nostro Paese, fondata dalle popolazioni locali introrno al III a.C e divenuta presto colonia romana, è sopravvissuta fino ad oggi, trasformandosi passo dopo passo in un esempio di bellezza. Ma Torino è apprezzata e amata anche per un altro motivo, decisamente più particolare: molti ritengono, infatti, che la città sia magica, attraversata da misteriose energie capaci di confluire in determinati luoghi sparsi fra le vie del centro. Gli appassionati dell’occulto ritengono che il capoluogo piemontese sia al centro di ben due triangoli magici: – Il triangolo della Magia Bianca, insieme a Lione e Praga. L’appartenenza a questo gruppo deriverebbe dalla presenza di porte in corrispondenza dei punti cardinali e al passaggio in città del 45° parallelo; – Il triangolo della Magia Nera, con San Francisco e Londra. La posizione occidentale della città, vicina al punto in cui tramonta il sole, porterebbe Torino ad essere circondata dalle tenebre. La Torino Magica è, quindi, caratterizzata da punti ricchi di energia, che ogni anno attirano tanti curiosi. Fra questi, per esempio, Piazza Castello e, in particolare, Palazzo Reale e i suoi giardini – zona particolarmente positiva – le grotte sotto la città, come quelle in cui perse la vita Pietro Micca e in cui, pare, ci sia una strana concentrazione energetica, la Gran Madre ed il presunto luogo di sepoltura del Graal, Piazza Solferino e la sua Fontana che si affaccia sull’infinito ed infine la spaventosa Piazza Statuto, centro oscuro della città direttamente collegato al triangolo...
CASTELLO DI RIVOLI

CASTELLO DI RIVOLI

Il Castello di Rivoli ha una storia piuttosto travagliata, legata non solo ai fatti storici che hanno interessato il Piemonte, ma anche alle vicende personali della famiglia Savoia, che per lungo tempo ha abitato l’edificio. Ad oggi, è sede del Museo di Arte Contemporanea più importante del nostro paese ed è protagonista di belle iniziative per la promozione e la diffusione dell’arte fra grandi e piccoli! LA STORIA DEL CASTELLO DI RIVOLI Il Castello di Rivoli venne costruito con tutta probabilità fra il IX ed il X secolo: le prime notizie della sua esistenza risalgono al 1159, anno in cui Federico I Barbarossa lo cedette insieme ad altri territori ai Vescovi di Torino. I Savoia si mostrarono, però, da subito molto interessati: Rivoli, ed in particolare il castello, si trovavano – e si trovano – in una zona elevata particolarmente utile a livello strategico, da cui osservare non solo Torino, ma anche la vicina Val di Susa, nodo importantissimo nelle dispute a seguire. La famiglia iniziò, quindi, una vera e propria lotta coi Vescovi, che si tradusse anche in danneggiamenti all’edificio: il primo Savoia a prendere pieno possesso del castello fu, quindi, Amedeo IV. Pochi anni dopo, Amedeo VI vi trasferì il Consiglio dei Principi, mentre Amedeo IX e la Duchessa Jolanda acconsentirono alla prima Ostensione della Sindone all’interno del castello, come tappa intermedia del viaggio della Reliquia fra Torino e Pinerolo. Dopo un primo momento di grande interesse, il Castello di Rivoli attraversò un periodo di declino, durato fino al 1559, quando Emanuele Filiberto vi si trasferì momentaneamente, richiedendo anche dei lavori di restauro ad Ascanio Vitozzi: i...
STORICO CARNEVALE DI IVREA

STORICO CARNEVALE DI IVREA

Lo Storico Carnevale di Ivrea, manifestazione istituzionalizzata ufficialmente a partire dal 1808, si basa su antiche feste rionali, a cui si sono aggiunti, negli anni, elementi presi direttamente dalle vicende attraversate dagli abitanti della città, in un continuo legame fra quotidiano e tradizione. Originario del XVI secolo, il carnevale eporediese veniva inizialmente gestito da diversi rioni, in competizione fra loro: ogni zona era identificata da una delle parrocchie San Maurizio, San Lorenzo, Sant’Ulderico, San Salvatore e San Grato. Le radici medievali si rifanno alle rivolte popolari e al tuchinaggio, ma sono fortissimi gli elementi derivanti dalla parentesi napoleonica. Lo Storico Carnevale di Ivrea viene ricordato per alcune figure centrali, caratterizzate da un abbigliamento e da un codice di comportamento particolari: Gli Abbà: giovanissimi abitanti della città, posti scherzosamente a capo della milizia del Libero Comune. I bambini rappresentano i diversi rioni e, in occasione della chiusura della manifestazione, si occupano di incendiare gli “Scarli”, cioè lunghi pali di legno posizionati nelle piazze della città; Il Generale, figura risalente all’800, rievoca l’autorità municipale e rappresenta simbolicamente la gestione della festa. Indossa una divisa tipicamente napoleonica ed è accompagnato da Stato Maggiore e Vivandiere, tutti vestiti con abiti rossi e blu; La Mugnaia, deriva dalla leggenda legata alla figlia del mugnaio della città, Violetta, che, sposatasi con Toniotto, viene trascinata al Castellazzo per permettere al terribile Tiranno (storicamente Ranieri di Biandrate o il Marchese Guglielmo VII del Monferrato) di consumare lo Ius Primae Noctis. Violetta riesce nell’impresa di farlo ubriacare e, dopo avergli tagliato la testa, segna l’inizio delle rivolte popolari, alimentate soprattutto dalle ingiuste gabelle su pane e produzione alimentare....