CASTELLO DI RIVOLI

CASTELLO DI RIVOLI

Il Castello di Rivoli ha una storia piuttosto travagliata, legata non solo ai fatti storici che hanno interessato il Piemonte, ma anche alle vicende personali della famiglia Savoia, che per lungo tempo ha abitato l’edificio. Ad oggi, è sede del Museo di Arte Contemporanea più importante del nostro paese ed è protagonista di belle iniziative per la promozione e la diffusione dell’arte fra grandi e piccoli! LA STORIA DEL CASTELLO DI RIVOLI Il Castello di Rivoli venne costruito con tutta probabilità fra il IX ed il X secolo: le prime notizie della sua esistenza risalgono al 1159, anno in cui Federico I Barbarossa lo cedette insieme ad altri territori ai Vescovi di Torino. I Savoia si mostrarono, però, da subito molto interessati: Rivoli, ed in particolare il castello, si trovavano – e si trovano – in una zona elevata particolarmente utile a livello strategico, da cui osservare non solo Torino, ma anche la vicina Val di Susa, nodo importantissimo nelle dispute a seguire. La famiglia iniziò, quindi, una vera e propria lotta coi Vescovi, che si tradusse anche in danneggiamenti all’edificio: il primo Savoia a prendere pieno possesso del castello fu, quindi, Amedeo IV. Pochi anni dopo, Amedeo VI vi trasferì il Consiglio dei Principi, mentre Amedeo IX e la Duchessa Jolanda acconsentirono alla prima Ostensione della Sindone all’interno del castello, come tappa intermedia del viaggio della Reliquia fra Torino e Pinerolo. Dopo un primo momento di grande interesse, il Castello di Rivoli attraversò un periodo di declino, durato fino al 1559, quando Emanuele Filiberto vi si trasferì momentaneamente, richiedendo anche dei lavori di restauro ad Ascanio Vitozzi: i...
STORICO CARNEVALE DI IVREA

STORICO CARNEVALE DI IVREA

Lo Storico Carnevale di Ivrea, manifestazione istituzionalizzata ufficialmente a partire dal 1808, si basa su antiche feste rionali, a cui si sono aggiunti, negli anni, elementi presi direttamente dalle vicende attraversate dagli abitanti della città, in un continuo legame fra quotidiano e tradizione. Originario del XVI secolo, il carnevale eporediese veniva inizialmente gestito da diversi rioni, in competizione fra loro: ogni zona era identificata da una delle parrocchie San Maurizio, San Lorenzo, Sant’Ulderico, San Salvatore e San Grato. Le radici medievali si rifanno alle rivolte popolari e al tuchinaggio, ma sono fortissimi gli elementi derivanti dalla parentesi napoleonica. Lo Storico Carnevale di Ivrea viene ricordato per alcune figure centrali, caratterizzate da un abbigliamento e da un codice di comportamento particolari: Gli Abbà: giovanissimi abitanti della città, posti scherzosamente a capo della milizia del Libero Comune. I bambini rappresentano i diversi rioni e, in occasione della chiusura della manifestazione, si occupano di incendiare gli “Scarli”, cioè lunghi pali di legno posizionati nelle piazze della città; Il Generale, figura risalente all’800, rievoca l’autorità municipale e rappresenta simbolicamente la gestione della festa. Indossa una divisa tipicamente napoleonica ed è accompagnato da Stato Maggiore e Vivandiere, tutti vestiti con abiti rossi e blu; La Mugnaia, deriva dalla leggenda legata alla figlia del mugnaio della città, Violetta, che, sposatasi con Toniotto, viene trascinata al Castellazzo per permettere al terribile Tiranno (storicamente Ranieri di Biandrate o il Marchese Guglielmo VII del Monferrato) di consumare lo Ius Primae Noctis. Violetta riesce nell’impresa di farlo ubriacare e, dopo avergli tagliato la testa, segna l’inizio delle rivolte popolari, alimentate soprattutto dalle ingiuste gabelle su pane e produzione alimentare....
REGGIA DI VENARIA REALE

REGGIA DI VENARIA REALE

La Reggia di Venaria Reale, uno dei centri di interesse più visitati del Piemonte e di tutta Italia, è una delle Residenze Sabaude iscritte nel Patrimonio dell’UNESCO a partire dal 1997. Questa struttura, progettata inizialmente da Amedeo di Castellamonte e Michelangelo Garove per volontà del duca Carlo Emanuele II, venne iniziata nel 1658 e conclusa intorno al 1675, anche se alcuni lavori vennero continuati e ripresi fino al 1693: la scelta delle Valli di Lanzo dipese dalla finalità principale della struttura, originariamente utilizzata come punto di riferimento per le battute di caccia della famiglia. Fin da subito, però, la Reggia cominciò ad essere circondata da un piccolo borgo che, crescendo, decretò la nascita del comune di Venaria Reale, chiamato così per le finalità “venatorie” che avevano determinato l’inizio della costruzione (“Venatio Regia” è anche il nome latino dato alla residenza). La reggia subì alcuni danni durante i primi attacchi francesi, nel grande assedio del 1706 e poi durante il periodo napoleonico, ospitando prima Louis d’Aubusson de la Feuillade ed essendo, poi, utilizzata per scopi militari. In particolare, sotto Napoleone, le modifiche riguardarono l’eliminazione dei giardini e la loro sostituzione con una piazza d’armi e l’inserimento di una scuola di equitazione che presto ottenne prestigio in tutta Eurpoa (la reggia divenne il centro della Cavalleria Sabauda): il complesso andò presto verso un lento degrado, che continuò almeno fino al 1978. A partire da quell’anno, la Reggia passò alla Sopraintendenza per i lavori di restauro, che partirono ufficialmente nel 1998, con un investimento pari a 280 milioni di euro, e terminarono nel 2007, con la riapertura della struttura, convertita anche in...
IL CASTELLO DELLA ROTTA

IL CASTELLO DELLA ROTTA

Il Castello della Rotta è situato in una zona molto particolare del Piemonte: l’edificio sorge, infatti, fra la strada provinciale di Villastellone e l’autostrada per Torino, in una stretta pianura delimitata dai fiumi Po, Stellone e Banna (di cui, in origine, difendeva le sponde). Edificato nel IV secolo, il Castello della Rotta passò ai Savoia già nel corso del ‘500: il nome stesso “Rotta”, cioè capitolazione, potrebbe derivare dalla sconfitta che Tommaso di Savoia subì nella battaglia contro i francesi nel 1639. Nel ‘700 divenne deposito di armi e ospitò gli ultimi anni di vita di Vittorio Amedeo di Savoia, incarcerato nell’edificio dal figlio. Destinato ad una lenta ed inesorabile decadenza dopo la prima guerra mondiale, fortunatamente il castello venne acquistato da Augusto Oliviero negli anni ’70, passando attraverso un importante restauro. Ad oggi è ancora proprietà di privati. Il Castello della Rotta non è famoso solo per la sua posizione e per la storia, ma anche per leggende molto più inquietanti: si dice, infatti, che questo palazzo sia il più infestato d’Italia! Alcuni testimoni hanno affermato che, in particolare fra il 12 ed il 13 giugno, sarebbe possibile vedere fra gli altri, spiriti di un cavaliere templare morto durante una crociata, di un monaco murato in una delle torri, di una donna elegante e bionda (che, affacciata al balcone del terzo piano, avrebbe anche rivolto alcune domande ai passanti) e di soldati morti in...
CASTELLO DI MALGRÀ

CASTELLO DI MALGRÀ

Il Castello di Malgrà ha una storia molto particolare, che si snoda attraverso diversi secoli, toccando alcune delle famiglie più note di questa zona del Piemonte: situato a Rivarolo Canavese, sulla riva destra dell’Orco, questo edificio venne edificato fra il 1333 ed il 1336 per essere utilizzato principalmente come dimora signorile. I primi proprietari del castello furono i Martino (il Feudatario Martino di San Martino fu il primo ad occupare le stanze di questo enorme palazzo) i quali mantennero la proprietà fino alla metà del XVI secolo: dopo numerose vicissitudini, il Castello di Malgrà è, infine, passato alla tutela del comune nel 1982 ed è oggi sede di eventi culturali, mostre e concerti, resi ancor più affascinanti da questa cornice storica dal valore inestimabile. Il Castello di Malgrà ha ancora intatti alcuni segni della sua prima edificazione: i due corpi principali uniti da un muro di cinta e la torre circolare sono originali. Nei secoli si sono, però, succeduti numerosi interventi architettonici, che hanno portato all’inserimento di due arcate e diverse immagini religiose. Il restauro più consistente venne fatto nel 1884 per opera dell’architetto Alfredo D’Andrade, che si occupò principalmente dell’area occidentale dell’edificio. I lavori iniziati da D’Andrade si conclusero solo nel 1926 per opera di Carlo Nigra. All’esterno del palazzo vi è un parco particolarmente bello, sempre aperto al pubblico. Ma il Castello di Malgrà non è solo un importante “reperto storico”, esempio sia per quanto riguarda l’arte che l’architettura, è anche dimora di un famoso fantasma: secondo le leggende, infatti, lo spettro infelice di una sposa si aggirerebbe fra le sale del palazzo, ultimo ricordo di una...