Torino Sotterranea: una città sotto la città

Torino Sotterranea: una città sotto la città

Come Parigi e le sue Catacombe, Edimburgo e le Edinburgh Vaults, Portland e gli Shangai Tunnels, anche Torino nasconde sotto le proprie strade una storia tutta da scoprire: quella della Torino Sotterranea.

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Il progetto di realizzazione di una fitta rete difensiva costituita da gallerie scavate sotto terra risalirebbe all’inizio del XVIII secolo, in corrispondenza dell’assedio francese del 1706: voluti fortemente da Emanuele Filiberto di Savoia, messi in cantiere già nell’ultimo ventennio del ‘600 e realizzati anche grazie all’impegno di Bertola, questi passaggi servirono principalmente per permettere ai soldati della città di rallentare l’avanzata del nemico, nascondendosi al buio e al riparo dalle armi francesi ed utilizzando gli spazi come magazzini per la polvere da sparo e gli esplosivi. Pietro Micca, eroe conosciuto in tutto il nostro paese, morì proprio così, tentando di fermare i francesi con una tremenda deflagrazione.
I cunicoli si estendevano per ben 14 Km, su diversi livelli, in profondità che variavano – e variano – dai 6 ai 14 metri: gallerie scure, umide, intervallate da poche lanterne e qualche pozzo di aerazione, dove è facile immaginare i giovani soldati uniti, in attesa del nemico.

Negli anni successivi, questi passaggi vennero utilizzati in tantissimi modi: gli “infernotti”, cioè le camere presenti nei cunicoli, venivano stipati con alimenti da conservare, presso Porta Palazzo erano state create enormi ghiacciaie, ma non mancavano anche usi alternativi.
Infatti, oltre agli esperimenti degli alchimisti sotto Palazzo Madama, le vie sotterranee consentivano anche il passaggio dei nobili da edificio a edificio e rappresentavano un’importantissima via di fuga in caso di improvvisa epidemia: la Galleria Reale, che permetteva di raggiungere Rivoli in carrozza, è forse l’esempio più importante di questo impiego.
Per tanti stranieri, poi, i passaggi nascosti rappresentarono la salvezza: essi potevano, infatti, raggiungere le chiese della città e chiedere asilo senza dare troppo nell’occhio.

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Durante la Seconda Guerra Mondiale, queste stesse gallerie vennero convertite a fondamentale risorsa in caso di bombardamento aereo: i rifugi permettevano di sfuggire rapidamente alle devastanti esplosioni in superficie.
Ad oggi, la maggior parte di queste gallerie è stata chiusa per motivi di stabilità e sicurezza e la Torino Sotterranea si è considerevolmente ridotta: non esistono mappe precise, ma solo pochi tratti visitabili (ad esempio, sotto il Museo Civico Pietro Micca) e qualche testimonianza di ricercatori finiti, per caso o per calcolo, a camminare in tratti ancora inesplorati.
Ciò che è certo è che nessuno di loro ha mai rivelato il punto preciso di ingresso, lasciando un velo di mistero intorno alla fitta rete nascosta che caratterizza la città sotto alla città!