CASTELLO DI RIVOLI

CASTELLO DI RIVOLI

Il Castello di Rivoli ha una storia piuttosto travagliata, legata non solo ai fatti storici che hanno interessato il Piemonte, ma anche alle vicende personali della famiglia Savoia, che per lungo tempo ha abitato l’edificio.
Ad oggi, è sede del Museo di Arte Contemporanea più importante del nostro paese ed è protagonista di belle iniziative per la promozione e la diffusione dell’arte fra grandi e piccoli!

Castello di Rivoli: Venere degli stracci

Castello di Rivoli: Venere degli stracci (M. Pistoletto, 1967)

LA STORIA DEL CASTELLO DI RIVOLI

Il Castello di Rivoli venne costruito con tutta probabilità fra il IX ed il X secolo: le prime notizie della sua esistenza risalgono al 1159, anno in cui Federico I Barbarossa lo cedette insieme ad altri territori ai Vescovi di Torino.
I Savoia si mostrarono, però, da subito molto interessati: Rivoli, ed in particolare il castello, si trovavano – e si trovano – in una zona elevata particolarmente utile a livello strategico, da cui osservare non solo Torino, ma anche la vicina Val di Susa, nodo importantissimo nelle dispute a seguire.
La famiglia iniziò, quindi, una vera e propria lotta coi Vescovi, che si tradusse anche in danneggiamenti all’edificio: il primo Savoia a prendere pieno possesso del castello fu, quindi, Amedeo IV. Pochi anni dopo, Amedeo VI vi trasferì il Consiglio dei Principi, mentre Amedeo IX e la Duchessa Jolanda acconsentirono alla prima Ostensione della Sindone all’interno del castello, come tappa intermedia del viaggio della Reliquia fra Torino e Pinerolo.

Castello di Rivoli: The Sun has no money (O. Eliasson, 2008)

Castello di Rivoli: The Sun has no money (O. Eliasson, 2008)

Dopo un primo momento di grande interesse, il Castello di Rivoli attraversò un periodo di declino, durato fino al 1559, quando Emanuele Filiberto vi si trasferì momentaneamente, richiedendo anche dei lavori di restauro ad Ascanio Vitozzi: i lavori continuarono fino al 1644, conclusi da Carlo e Amedeo di Castellamonte.
All’epoca delle battaglie fra piemontesi e francesi, il castello subì un nuovo declino, fatto anche di gravi danni e saccheggio: solo a partire dal 1706, con la sconfitta dei francesi, i lavori poterono ripartire ad opera di Michelangelo Garove. Anche Juvarra disegnò un progetto ed attuò alcune modifiche, ma ogni lavoro rimase incompiuto.
L’ultimo Savoia ad abitare questo edificio fu Vittorio Amedeo II, alla morte del quale il castello venne abbandonato: nel 1863, venne affittato dal Comune di Rivoli e venne trasformato in una caserma. Vent’anni più tardi la città ne riacquistò una parte, trasformandola in biblioteca civica, ma ogni modifica venne distrutta con la Seconda Guerra Mondiale.

Il Castello di Rivoli rimase in stato di abbandono fino al 1979, quando Andrea Bruno incominciò un progetto molto ambizioso, che restituì definitivamenet vita alla residenza.

IL CASTELLO DI RIVOLI COME MUSEO

Castello di Rivoli: Novecento (M. Cattelan, 1997)

Castello di Rivoli: Novecento (M. Cattelan, 1997)

Proprio a partire dal progetto di Andrea Bruno, il Castello di Rivoli venne modificato per ospitare un Museo di Arte Contemporanea: la nuova esistenza dell’edificio cominciò con la mostra “Ouverture” il 18 dicembre 1984 e, da allora, non si è mai fermata.
Oggi, il Museo ospita alcune opere fondamentali e famosissime, come “Novecento” di Maurizio Cattelan, “Venere degli stracci” di Michelangelo Pistoletto, “The Sun has no money” di Olafur Eliasson, ed è ricco di testimonianze dell’arte concettuale, l’arte povera e la transavanguardia, dagli anni Sessanta fino agli anni Duemila (la prima donazione all’Organizzazione venne fatta dall’artista Sol LeWitt nel 1991).
Il Castello di Rivoli ha saputo ritagliare uno spazio tale da far conoscere il Museo in tutta Europa e da spingere artisti di fama internazionale a creare opere pensate appositamente per le sale dell’edificio!

Notti bianche, incontri, esposizioni temporanee e workshop sono sempre attivi e disponibili e rendono il Castello di Rivoli quasi unico nel suo genere, sia per la testimonianza storica che per l’impegno dal punto di vista culturale!